Il trekking ha riscosso successo per tre motivi: da una parte il passaggio repentino da un ambiente di giungla a un contesto alpino dal fascino irresistibile, quello dei maestosi 8000 himalayani, ha dato modo di spaziare con i sensi attraverso realtà naturali e umane tanto vicine quanto differenti; in secondo luogo il Campo degli Svizzeri, raggiunto al termine del percorso a piedi, ha offerto una visione frontale e ravvicinata del “Grande Nero” assai rara da incontrare raggiungendo altri campi base in Himalaya. Infine il rientro in elicottero non ha lasciato dubbi sulla bontà del programma: più che di un trasferimento in volo si è trattato di un lasso di tempo in grado di meravigliare gli occhi di chi sa osservare in modo che il ricordo resti indelebile e l’anima risulti colpita nel profondo.